Si parla tanto di un problema che affligge alcune zone del sud dell’Italia: lo smaltimento dei rifiuti. Molti si oppongono alla costruzione di inceneritori che, a loro dire, sarebbero dannosi alla salute, ma vorrei ricordare, che oggigiorno, prima di incenerire, si usa Differenziare, e quindi riciclare nelle apposite riciclerie (vedi AMSA) quei materiali che possono essere riutilizzati e trasformati per altri usi, ad esempio la plastica, tanto dannosa se bruciata per le strade, viene facilmente riutilizzata, limitando così la produzione di nuova. (vedi cosa si fa con la plastica) Così anche gli scarti vegetali, se differenziati e riciclati, diventeranno fertilizzante naturale utilissimo all’agricoltura, (vedi raccolta dei rifiuti organici)
Nel mio libro “Favole del 2000” viene trattato proprio questo argomento, parlando del vestito di Cenerentola, infatti, esso è stato confezionato proprio con una stoffa biodegradabile creata dagli scarti della frutta. Però ahimè, la stoffa ha una scadenza che è proprio quella del giorno in cui si terrà la festa al palazzo del principe, provocando così la fuga della ragazza mentre perde brandelli di stoffa e una scarpina. Fatelo leggere alle vostre ragazze, è un modo simpatico per suscitare la loro curiosità sulle riciclerie. (vedi cap. 10 Alla ricicleria)
1) Cenerentola e il papà
C’era una volta in un paese lontano, un signore, vedovo che aveva una figlia, una bellissima bambina tanto bella, quanto buona, intelligente e anche molto intraprendente.
Questo signore che era un valoroso comandante della flotta spaziale del re, spesso doveva andare in missione, in lontane galassie assentandosi da casa per mesi o anni, lasciando la figlia con la sola compagnìa della governante.
Per questo motivo, un giorno decise di risposarsi e dare alla piccola una nuova mamma che potesse starle vicina durante le sue lunghe assenze.
Sposò una signora che aveva già due figlie, contento di dare alla bambina anche l’amicizia di due sorellastre che potessero crescere con lei ed esserle compagne di giochi.
La signora, promise al marito che avrebbe avuto molta cura della piccola:
«Vai pure tranquillo» disse.
«Le vorrò bene come se fosse una delle mie figlie».
Il signore, sicuro di lasciare la bambina in buone mani, partì per la sua missione verso il pianeta rosso: Marte.
2) Una nuova vita
Cominciò così per la figliola, una nuova vita, con questa nuova mamma e le sorellastre, le quali però non appena il papà fu partito, cambiarono subito il loro modo di fare, diventando tutt’altro che amorevoli verso di lei: la chiamavano continuamente dandole ordini e facendosi servire. Le presero tutti i vestiti più belli e s’impadronirono di tutti i gioielli della madre e suoi.
Un giorno, Cenerentola, vedendo al collo della sorellastra, la collana che suo padre le aveva regalato il giorno del suo compleanno, la chiese indietro, ma la sorellastra le si rivoltò aggressiva urlando e maltrattandola, finché intervenne la matrigna a dividerle.
«Sei stata proprio cattiva» la rimproverò.
«Non ti permetto di trattare così le mie figlie, per punizione questa sera sarai tu che servirai la cena e dovrai anche andare in cucina a lavare i piatti e a riordinare. Non dimenticare di pulire anche l’inceneritore dei rifiuti, che da quando tuo padre è via, nessuno lo pulisce più, fai tutto bene perché verrò a controllare!»
3) In cucina
La ragazza andò in cucina ubbidiente ed aiutata da Marta, la governante, fece il lavoro affidatole: servì in tavola il cibo per le sorellastre e la matrigna, poi sparecchiò, pulì la cucina ed anche l’inceneritore, ma nel fare questi lavori, si sporcò tutta di cenere dalla faccia, al vestito (l’ultimo rimasto) provocando così le risa delle sorellastre che cominciarono a schernirla chiamandola Cenerentola.
Da quel giorno, il suo nome divenne appunto Cenerentola, e sempre di più fu obbligata a pulire la cucina e a fare tutte le faccende domestiche.
Cenerentola accettava di buon grado questa nuova condizione, anche perché stando in cucina evitava la compagnia della matrigna e delle sorellastre, che non perdevano mai occasione per rimproverarla, ma stava invece in compagnia della governante, una brava donna che la conosceva da quando era nata, e che amorevolmente, ebbe cura di insegnarle i lavori di casa, in modo così da fare meno fatica e non sporcarsi troppo.
Intanto, gli anni passavano Cenerentola, diventò una ragazza molto bella, diventò anche saggia e capace di ogni cosa, prese destrezza nei lavori di casa ma anche abilità al computer, con il quale seguiva regolarmente la sua scuola virtuale, imparando: lingue, letteratura, storia, matematica, astrofisica e tutte le materie scolastiche per i giovani della sua età.
Un giorno però, Marta venne chiamata dalla signora che le disse:
«Ora che Cenerentola e cresciuta ed ha imparato a fare tutti i lavori di casa, non abbiamo più bisogno di te! Dobbiamo risparmiare! Non so quando tornerà mio marito, qui ormai la padrona sono io, ed ho deciso di fare a meno di te, farò lavorare in cucina quella fannullona di Cenerentola; da domani mattina non ti voglio più vedere in casa!»
La buona donna, fu così costretta a fare la valigia e ad andarsene in cerca di un altro lavoro.
4) Sola
Quella sera Cenerentola, fu molto triste, si sentiva sola, non avendo più nessuno vicino che le facesse compagnia e che le mostrasse un po’ di affetto.
Chiusa nella sua cameretta piangeva, ripensando ai giorni belli, quando il sua papà tornava a casa abbracciandola, e portandole dei regali, quando la governante le cucinava la sua torta preferita e lei poteva stare in salotto ben vestita e ordinata.
Mentre era immersa in questi pensieri, sentì un rumore su in soffitta che un poco la spaventò:
«Non c’è nessuno in soffitta, cosa può essere? Forse il gatto della matrigna è rimasto chiuso dentro?»
Si fece coraggio e decise di andare a vedere, era una notte luminosa, la luce della luna entrava dalle finestre e illuminava il corridoio proiettando ombre minacciose sui muri.
«Non è niente» pensò facendosi coraggio,
«sarà il vento che muove i rami degli alberi in giardino».
Silenziosamente, salì i gradini che portavano in soffitta, aprì furtivamente la porta e vide in fondo una lucina accesa ed attorno una figura scura che si muoveva, si avvicinò e oh…!
5) Non più sola
Era la governante: «Oh signorina, mi scusi, non sapevo dove andare, non ho ancora trovato un alloggio, e neanche un lavoro, mi sono sistemata qui perché avevo paura di dormire fuori all’aperto, ma la prego, non avverta la signora matrigna, me ne andrò via subito!»
Così dicendo, cominciò a piangere.
Ma Cenerentola l’abbracciò dicendo:
«No, non te ne andare ti prego, sono felice di rivederti, non dirò niente alla matrigna, sono così sola! Rimani qui, ci faremo compagnia di sera, dopo che avremo finito di lavorare; dovrai solo cercare di non farti vedere e per uscire o entrare in casa, dovrai passare dalla scala della cantina, dove la matrigna e le sorellastre non vanno mai!»
Rimasero un po’ a parlare per organizzarsi al meglio, confidandosi anche le proprie speranze e i propri desideri, Marta, informò Cenerentola che il mattino dopo doveva presentarsi ad un colloquio di lavoro presso un ristorante/catering della zona:
«E’ un ristorante che produce anche ristorazione per feste e party, cercano una cuoca e cameriera, vorrei tanto che mi prendessero, così potrei anche mangiare da loro».
Cenerentola da queste parole capì che la sua cara amica non aveva mangiato in tutta la giornata, andò quindi di sotto in cucina, cercando di non farsi sentire dalla matrigna e dalle sorellastre, prese una tazza di latte, alcuni biscotti e li portò in soffitta, cosi Marta si poté finalmente rifocillare.
Poi le portò un cuscino, un letto autogonfiabile, e tutto l’occorrente per trascorrere le notti in modo confortevole, infine, assonnate ma contente, si separarono per andare finalmente a dormire.
6) Il messo del re
Quando fu giorno, Cenerentola andò nel locale lavanderia per fare il bucato, e mentre aspettava che la macchina a raggi solari terminasse il ciclo di asciugatura, si mise a passeggiare in giardino.
Mentre passeggiava raccogliendo dei fiori, si accorse che sul viale davanti a casa, stava giungendo il messo del re il quale le si fermò davanti offrendole un biglietto di invito per la festa che si sarebbe tenuta al palazzo reale:
«Il re invita tutte le fanciulle in età tra i 17 e i 20 anni, alla festa che verrà organizzata per far scegliere una moglie al principe, tutte le ragazze di questa età sono invitate!»
Chiese poi se nella casa ci fossero altre fanciulle e alla risposta affermativa di Cenerentola entrò per consegnare l’invito anche alle sorellastre.
«Che bello!» Pensò Cenerentola: «Andare al castello per una festa! Vedere tante signore eleganti, mangiare il cibo raffinato che verrà servito e per una volta, pranzare tranquilla senza sentirmi continuamente chiamare!»
«Chissà come sarà il principe, ho sentito dire che è molto bello, ma tanto, non sceglierà mai in moglie una piccola stracciona come me!»
Così pensando, prese un lenzuolo asciutto e cominciò a drappeggiarselo addosso immaginando che fosse un bel vestito da sera e canticchiando a mezza voce, si mise a ballare sul prato sognando di essere già al castello.
«Cenerentola!» Sentì urlare dalla porta di casa.
«Smettila di giocare e sbrigati con i panni, che è quasi ora di servirci il te!»
Era la matrigna che la richiamava alla realtà, Cenerentola tornò in casa e riprese le sue faccende casalinghe, mentre le sorellastre, anche loro entusiaste per la notizia della festa, giravano per il salotto eccitatissime e impazienti di comprarsi il vestito nuovo per andare al castello a conoscere il principe.
«Io mi vestirò di rosa, sarò così radiosa che il principe si innamorerà di me non appena mi vedrà!» Diceva Anastasia.
«Io mi vestirò di rosso, il colore dell’amore, il principe mi cadrà subito ai piedi e in ginocchio mi implorerà di sposarlo!» Diceva Genoveffa.
«Io mi vestirò di cenere, per la delusione di restare a casa senza un vestito buono da indossare alla festa!» Pensò invece Cenerentola.
7) Il vestito
La sera Cenerentola, in soffitta parlò con la sua amica Marta della notizia udita: «Quanto mi piacerebbe andare alla festa, anche solo per vedere tanta bella gente e per sentire le belle musiche che suoneranno, e chissà, forse il principe ballerà davvero con le mie sorellastre!»
«Ma perché non ci vai?» Le rispose Marta, «anche tu sei una giovane, l’invito è rivolto anche a te!»
«Ma come potrei?» Rispose Cenerentola. «Ho solo questo vestito, ormai logoro, non mi farebbero nemmeno entrare!»
E l’amica le disse: «C’è un vecchio baule con dei vestiti di tua madre quando aveva la tua età, sono vecchi e passati di moda, è per questo che le tue sorellastre non li hanno presi, ma io so cucire, se ne troviamo uno da ballo, posso provare a rimodernarlo e adattarlo a te».
Andarono a frugare nel baule, e trovarono un vestito elegantissimo, di stoffa preziosa e ricamato di mille perline, però era veramente antiquato, un modello ormai troppo fuori moda.
«Non è poi tanto male,» disse Marta, «ti tolgo queste maniche, alleggeriamo un po’ le gonne e sono sicura che farai un figurone!»
«Oh grazie» rispose Cenerentola, «io ti aiuterò, la sera, quando ci troveremo qui in soffitta, lavoreremo insieme!»
Così fecero, la sera Marta tagliava, preparava, e dava istruzioni a Cenerentola per poter proseguire il lavoro da sola durante il giorno, finché il vestito fu completato, spazzolato e stirato, pronto per essere indossato alla festa.
8) Il dispetto
Cenerentola andò a chiedere alla matrigna il permesso per andare anche lei alla festa e la matrigna rispose: «Ma non hai un vestito, come pensi di andare alla festa? Vestita così?»
«No» rispose la ragazza, «ho trovato in soffitta un vecchio vestito di mia madre, l’ho aggiustato per me e anche se non è bellissimo come saranno certamente quelli delle mie sorellastre, mi accontento, mi basta solo di poter entrare e vedere Anastasia e Genoveffa quando balleranno con il principe».
A quelle parole, le sorellastre si profusero in entusiastiche descrizioni dei loro stupendi vestiti e gioielli e di come avrebbero incantato il principe al primo sguardo.
«Va bene» disse la matrigna, leggermente raddolcita, «però dovrai venire a piedi, perché nella nostra airlimousine, non ci sarà posto per te!»
Cenerentola fu comunque felice della promessa di andare anche lei alla festa, e per tutto il giorno, lavorò in cucina, pulì e strofinò con tanta buona volontà, pensando al suo elegante vestito pronto che l’aspettava appeso nell’armadio in camera sua.
La sera quando si ritirò per andare a letto, ebbe desiderio di ammirarlo di nuovo ed aprì l’armadio per prenderlo, ma… oh!
Lo trovò tutto tagliato, con sforbiciate che partivano dall’orlo e arrivavano alla scollatura rendendolo così ahimè inutilizzabile!
Andò in soffitta piangendo, e raccontò l’accaduto a Marta, la quale, si sentì oltremodo indispettita, e decisa più che mai a non darla vinta a quelle sorellastre invidiose e crudeli che avevano causato il disastro per impedire a Cenerentola di partecipare alla festa.
«Non finisce qui! Troverò un altro modo per farti il vestito, non scoraggiarti cara Cenerentola, cercheremo insieme un’altra soluzione, vedrai che ci riusciremo, io ti aiuterò!»
9) L’aiuto di Marta
Il mattino dopo, Marta andò al suo lavoro al ristorante e Cenerentola, triste e silenziosa, si dedicò alle sue solite faccende domestiche, ma la sera, quando Marta tornò, portò una buona notizia:
«Ho saputo, che si può trovare qualcosa alla ricicleria: un posto, dove le persone portano oggetti o vestiti diventati inutili e lì, prima di distruggerli, vengono messi a disposizione di chi li vuole, gratuitamente!»
«Buona idea»! Disse Cenerentola, «andiamoci domani!»
Si misero d’accordo per andarci l’indomani, nel primo pomeriggio, orario in cui la matrigna faceva il suo sonnellino di bellezza, e le sorellastre rimanevano nella loro camera a divertirsi provando i nuovi vestiti acquistati.
10) Alla ricicleria
Alla ricicleria, videro tanti vestiti, ma nessuno da ballo, erano tutti confezionati con stoffe pesanti e grossolane, alcuni macchiati e polverosi, non certo adatti ad una festa al castello del re!
L’operatore addetto alla ricicleria, avendo saputo della loro necessità, le informò di una possibile soluzione dicendo:
«Se siete in grado di confezionare da voi un abito, ci sarebbe della stoffa, bella come la seta che potrete avere gratis, perché si tratta di un esperimento, stiamo inventando della stoffa biologica, trattando i rifiuti vegetali. Andate al Biolaboratorio che si trova al secondo piano, chiedete del Professor Cipollotti e dite che vi ho mandato io!»
Andarono al biolaboratorio, e quando il professor Cipollotti venne messo al corrente della richiesta, fu ben lieto di rispondere:
«In effetti, il signor Ricicletti ha detto il vero, ho inventato un tessuto simile alla seta, l’ho ricavato dagli scarti della frutta, non è ancora sperimentato, ma lo potrete fare voi, venendo poi qui ogni lunedì mattina per informarmi di come reagisce, cucendola, stirandola, e indossandola. E’ biodegradabile, cioè dopo un anno, si distrugge da sé, così non avremo più il problema di smaltire gli abiti vecchi. Andate pure e scegliete quella che preferite e poi, all’uscita, firmate per la ricevuta».
«Ah dimenticavo…» disse mentre le ragazze già scappavano via:
«…la data di scadenza è scritta di lato, sulla cimosa!»
Scelsero una stoffa leggerissima e luminosa, di un colore azzurro chiaro, molto bello e adatto per una festa da ballo, finalmente avevano trovato ciò che cercavano!
Giunte in strada si salutarono perché Marta tornava al suo lavoro di cuoca, e Cenerentola corse subito a casa per chiudersi nella soffitta a disegnare il modello per il suo nuovo, bellissimo abito da ballo.
11) Il vestito biodegradabile
I lavori andarono avanti per alcune sere: di giorno Cenerentola puliva la casa, lavava, stirava e cucinava per la matrigna e le sorellastre, la sera, mentre queste guardavano la loro fiction preferita alla tv mega hd, schermo tuttaparete, via satellite cosmico, lei andava in soffitta da Marta, e insieme si dedicavano alla preparazione del nuovo vestito, la stoffa reagiva bene sotto le mani agili e delicate di Marta.
«Guarda!» Disse Cenerentola:
«Hanno scritto sulla cimosa proprio la data in cui si terrà la festa! Probabilmente, la stoffa è stata realizzata per questa occasione, siamo state proprio fortunate a trovarla!»
Quando l’abito fu pronto, cucito e stirato, lo chiusero a chiave in un vecchio armadio della soffitta e per prudenza Cenerentola evitò di informarne la matrigna e le sorellastre, tanto ormai il permesso per andare al ballo le era stato accordato!
Il giorno fatidico si avvicinava, i preparativi fervevano, sia per le sorellastre che continuamente ricevevano venditori di gioielli e profumi, sia per Cenerentola che la sera frugava nei vecchi bauli della mamma per cercare accessori e scarpe.
Trovò un paio di scarpine rosse decorate con tante perline brillanti che la incantarono per quanto erano belle, la misura era proprio la sua:
«anche la mia cara mamma, aveva un piede piccolo come il mio» disse.
«Per questo forse, le sorellastre le hanno lasciate, i loro piedoni non vi sono entrati!» Rispose Marta mentre continuava a frugare nel baule.
«Oh! Guarda!»
«Cosa sono?» chiese Cenerentola.
«Bottoni!» fu la risposta.
«Bottoni? Cosa sono i bottoni? Non li ho mai visti!»
«I bottoni, si usavano molti anni fa, forse ai tempi della nonna di tua madre, servivano per chiudere giacche o abiti, prima che venisse inventata la zip elettronica, autochiudente». Spiegò Marta.
«Pensa, che i nostri antenati, dovevano cucire su di un abito, uno dopo l’altro, diversi di questi bottoni, ed anche fare i buchi corrispondenti che chiamavano “occhielli” ora nessuno li usa più per quello scopo, ma giacchè sono diventati rari, sono preziosi e si usano per fare gioielli, ti ci confezionerò un braccialetto ed anche un fermaglio per i capelli».
«Ottima idea! Sono così belli!» Concluse Cenerentola.
12) L’airlimousine
Un giorno sentì che era stata prenotata una airlimousine a noleggio per la matrigna, Genoveffa ed Anastasia e lei pensò:
«Ma io, come farò ed andare al ballo? A piedi? Loro andranno in una auto aerea che volerà leggera sopra le cime degli alberi, faranno un figurone, mentre io arriverò a piedi tutta sudata e impolverata!»
Il problema, come sempre fu risolto da Marta, in questo modo: «Verrai con noi nell’airbus del catering, chiederò il permesso e passeremo a prenderti, tanto siamo di strada, tu dovrai solo farti trovare pronta sul balcone di casa!»
«Oh grazie, ottima idea! Allora anche tu sarai alla festa, Evviva!» Fu l’esclamazione di Cenerentola.
«Sì certo,» confermò Marta, «Io però ci sarò per il mio nuovo lavoro, cucinerò i manicarietti che mangerete e poi girerò fra i tavoli a servirli, ma sarò ugualmente felice di esserci, così ti vedrò e potrai contare su di me se dovessi avere bisogno di aiuto».
Ormai ogni difficoltà sembrava superata, completarono gli ultimi preparativi, infine chiusero vestito e scarpe nell’armadio, e andarono a dormire, stanche, ma soddisfatte, aspettando impazienti il fatidico giorno che per entrambe, avrebbe significato un momento importante della loro vita.
13) Il grande giorno
Il grande giorno arrivò, si sentiva nell’aria un fermento mai notato prima, Cenerentola veniva in continuazione chiamata dalle sorellastre, che reclamavano la sua assistenza per vestirsi e pettinarsi, lei ubbidiva e si prestava in loro favore, con la segreta speranza però di farle uscire in fretta di casa per poi prepararsi a sua volta.
Infine uscirono, agghindate con tanti nastri e gioielli da fare invidia ad un albero di Natale.
Cenerentola salì in soffitta, per vestirsi, indossò il suo vestito azzurro, leggiadro e vaporoso, pettinò i capelli appena lavati e lucenti, applicò un fermaglio decorato di bottoncini azzurri luccicanti, confezionato dalle abili mani di Marta, indossò le scarpine e il braccialetto di bottoni multicolori, prese la borsetta anch’essa impreziosita da tanti bottoncini colorati, ed uscì di casa sentendo già avvicinarsi al suo balcone l’airbus del catering.
Fu accolta gioiosamente da Marta e dalle sue colleghe di lavoro, e il furgone si allontanò veloce sopra i tetti delle case volando silenzioso verso il castello.
14) Al castello
«Oh che meraviglia!» Fu l’esclamazione generale non appena l’airbus si fermò.
Il castello era tutto illuminato, e addobbato di festoni colorati, e fiori, una grande rampa mobile illuminata da giochi di luci al laser, conduceva all’ingresso, dove il maestro di cerimonie accoglieva gli ospiti.
«Sono troppo emozionata, non ho il coraggio di entrare!» Disse Cenerentola, «vi prego, fatemi entrare con voi dall’ingresso di servizio!»
Così fecero, Cenerentola entrò con loro aiutando a portare i vassoi e cercando di tenersi occupata seguendo i consigli di Marta, intanto, cominciava a guardarsi attorno, e ad interessarsi all’ambiente che la circondava; vide le sorellastre, sedute nei posti migliori, già pronte ad ammaliare il principe.
Il salone cominciava a riempirsi, dame eleganti e nobili signori entravano accompagnando fanciulle dell’età di Cenerentola.
Tutti si accomodarono in comode poltrone rivestite di raso sintetico profumato e dai colori luminescenti, attendendo l’ingresso della famiglia reale e del principe.
Intanto camerieri impeccabili passavano tra gli invitati servendo piatti con rinfreschi e cibo.
Cenerentola guardava estasiata tutta quella gente elegante e sorridente, ma ad un tratto fu letteralmente ammaliata dalla visione di un giovane bellissimo che stava scendendo la gradinata che conduceva al salone della festa.
«Il principe, e la famiglia reale!» Fu l’annuncio del maestro di cerimonie «Si aprano le danze!»
15) Le danze
Il vortice della musica l’avvolse come in un abbraccio, Cenerentola si sentì rapita dalle note e dall’allegria generale, non aveva mai visto tante persone così gioiose e spensierate, ne fu suo malgrado contagiata che dimenticò ogni incertezza e preoccupazione.
Accettò con entusiasmo l’invito al ballo di qualsiasi gentiluomo presente alla festa, ballò con signori attempati e giovani simpatici e disinvolti, sembrava che tutti volessero fare a gara per ballare con lei, finché…una mano prese la sua e due occhi bellissimi la guardarono con intensità invitandola in pista.
Era il Principe! Finalmente si era accorto di lei, e la invitava a ballare un emozionante ballo, a cui ne seguì un altro e poi un altro ancora, sembrava non volerla più lasciare!
Era così bello lasciarsi coinvolgere dalla musica, stando stretta fra le sue braccia!
Quando furono stanchi di ballare, si sedettero in un comodo divano, una mano di lui, ancora stringeva la sua, e l’altra scivolava sulle sue spalle in un abbraccio dolce ed emozionante, mentre gli occhi la guardavano con languida intensità.
Si avvicinò Marta porgendo un vassoio colmo di ghiottonerie e bevande fresche, il principe prese due bicchieri e ne porse uno a Cenerentola, che accettò con gioia di brindare al loro incontro, ma… mentre la ragazza riponeva il bicchiere nel vassoio di Marta, un lembo di stoffa della scollatura, si staccò e cadde nel vassoio! Cenerentola osservò perplessa il viso di Marta e si accorse che i suoi occhi andavano dal vassoio dove già era caduto il pezzo di stoffa, fino al pavimento, ai suoi piedi dove erano disseminati altri pezzi di stoffa del vestito, e infine, addirittura sulla manica del principe dove giaceva l’altro lembo della scollatura dell’abito di Cenerentola!
16) la fuga
Fu letteralmente il panico! Cenerentola si alzò dal divano con le mani sul petto cercando di trattenere il vestito che cadeva a pezzi e si mise a correre verso l’uscita, Marta per agevolarle la fuga, cercò di bloccare il principe, e seppure senza molta intenzione da parte sua, fece cadere il grande vassoio che teneva in mano e che rovinò a terra, non prima di aver abbondantemente innaffiato l’elegantissimo abito del bellissimo principe!
Cenerentola correva, inciampava e correva. Il principe correva, chiamava e correva ma non riuscì a raggiungerla, trovò solamente lungo il cammino, una scarpina rossa, ricamata di tante perline luminose, che ricordò di aver già visto calzata dall’adorabile piedino della sua sconosciuta e frettolosa ballerina.
Intanto i fuochi pirotecnici segnavano la mezzanotte, la festa ormai stava volgendo al termine, doveva tornare dai suoi genitori. Il re e la regina, lo stavano già cercando per dare il saluto finale a tutti gli ospiti.
Cenerentola intanto stava correndo sulla strada di ritorno verso casa, avrebbe voluto prendere la rampa mobile che l’avrebbe portata per un bel pezzo vicino a casa senza dover camminare, ma era piena di gente, ormai il suo vestito era svanito, le era rimasta addosso, solo la sottoveste in stretch ed una sola scarpa, quindi decise di prendere le vie secondarie per non farsi vedere in quello stato.
Si nascondeva sotto gli alberi, quando sentiva una airlimousine volare sopra la sua testa, per timore di essere vista dalle sorellastre e di scatenare così le loro critiche, e le loro risate.
Alcuni droni(1) spia sorvolavano le cime degli alberi: era il servizio di sorveglianza ordinato dal re per rendere sicura la zona attorno al castello, e Cenerentola si nascose ancora di più tra i cespugli, graffiandosi tra le spine e lasciando ulteriori brandelli del suo bellissimo e già sbrindellato vestito.
Finalmente arrivò a casa, entrò dalla porta posteriore, salì in camera sua e stanca che non ne poteva più, si buttò sul letto mettendosi a piangere.
Anche Marta, quando tornò, non poté fare altro che abbracciarla e piangere con lei. Un disastro, la meravigliosa festa così bene iniziata, si era trasformata in un disastro!
Piansero abbracciate per buona parte della notte, fino a che, esauste cedettero al sonno dormendo fino a mattina inoltrata.
17) Gli inviati del re
Era domenica, le campane computerizzate della chiesa le svegliarono riportandole alla vita quotidiana, aprirono le finestre dell’abbaino e guardarono fuori, era una bella giornata d’estate, il giardino era colmo di fiori profumati, accarezzati da un venticello tiepido, che sembrava voler infondere gioia nel loro cuore e spazzare via le amarezze e le delusioni.
Dei rumori sulla porta di casa le costrinsero a guardare in giù, e videro…le guardie del re che stavano appostate davanti alla porta di casa e due inviati del re che stavano entrando!
«Ma, come mai?» Chiese Marta.
«Mi staranno cercando, per portarmi in prigione!» rispose Cenerentola.
«Ma no! Non è possibile! Non hai fatto niente!» Fu la risposta di Marta.
«Sì, vedrai che sono qui per me! Oh! Mi devo nascondere!»
Giacché Cenerentola non aveva il coraggio di scendere in salotto, per accertarsi di cosa accadesse, decisero infine di andare in giardino e mettersi a spiare dalle finestre, come due ladruncole.
Videro le sorellastre sedute in salotto davanti agli inviati, e questi ultimi stavano mostrando una scarpina rossa consegnandola prima a Genoveffa e poi ad Anastasia perché la provassero.
«E’ la mia scarpina, vedi che mi stanno cercando!» Esclamò Cenerentola. Si avvicinarono di più per udire meglio e sentirono queste parole di Genoveffa:
«Forse se mi taglio le unghie più corte, potrebbe entrarmi!»
Poi fu la volta di Anastasia: «forse tagliandomi questi piccoli calli, riuscirò ad infilarla!»
Ma gli inviati del re imperterriti, tolsero loro di mano la scarpina chiedendo:
«Abita qualche altra ragazza nella casa?»
E la matrigna: « No! Nessuna! Solo le mie care figliuole, guardate come sono belle, una o l’altra, senza dubbio, e degna di sposare il principe!»
I signori, non si lasciarono di certo convincere e se ne andarono, per continuare le ricerche della misteriosa fanciulla che alla festa del principe aveva perso la piccola scarpina rossa.
18) Al ristorante da Marta
La sera mentre Marta era intenta nel suo lavoro di cameriera vide che ad un tavolo erano seduti quelli stessi inviati del re, cercò in ogni modo di ascoltare cosa dicevano e venne a sapere che erano incaricati di cercare la ragazza che aveva perso la scarpina, perché il principe, aveva scelto proprio lei, e non voleva sposare nessun altra che la proprietaria di quella scarpina!
Marta si soffermò molto volentieri a parlare con questi signori, mentre serviva loro altre porzioni di arrosto, che essi mostrarono di apprezzare grandemente, e ancora di più dimostrarono di apprezzare il buon vino rosso che lei generosamente continuava a versare nei loro bicchieri.
Conversò amichevolmente con loro dicendo che li aveva visti in mattinata entrare nella casa di una sua cara amica, che abita con la matrigna e due sorellastre.
Soddisfò senz’altro la curiosità delle guardie rispondendo alle loro domande e dicendo che la sua amica era giovanissima, molto bella e con dei piedini veramente piccoli, come non se ne erano mai visti.
Li informò addirittura che la ragazza veniva tenuta chiusa in casa per gelosia, proprio perché la sua bellezza oscurava quella delle sorellastre, usciva solo nel primo pomeriggio, quando le sorellastre e la matrigna facevano il loro sonnellino.
Intanto Cenerentola a casa, era intenta a servire in tavola la cena per le sorellastre e la matrigna, ascoltando purtroppo la loro conversazione e soffrendo in silenzio:
«Certamente il principe ha mandato i suoi inviati a cercare me, diceva Genoveffa, era così romantico, quando ci ho ballato insieme, sembrava già innamorato, e quando mi a salutato alla fine della festa, sembrava veramente addolorato che andassi via!»
«No! Diceva Anastasia, sembrava proprio innamorato di me! E’ venuto a salutarmi addirittura correndo, per timore che io andassi via senza salutarlo, e quando mi ha baciato la mano, era tutto rosso in viso per l’emozione!»
«O magari per la corsa!» Scherniva l’altra.
Cenerentola pensava: «Io non l’ho neanche salutato, sono scappata via come una ladra! Che figura che ho fatto! Certamente non avrà più nessuna intenzione di rivedermi!»
19) Il principe
La sera il principe nella sua camera, non riusciva ad addormentarsi, era alla finestra che guardava fuori, pensando alla ragazza che aveva rincorso lungo i giardini del castello e che avrebbe voluto tenere sempre vicino a se, ma che si era volatilizzata, sparita!
Aveva mandato i suoi inviati a cercare in ogni casa, aveva messo messaggi su facebook e su twitter, ma tutto invano, non era stata trovata, però era risoluto a rintracciarla e quindi pensava:
«Dovessi andare io stesso casa per casa, la troverò! Domattina convocherò gli inviati che son tornati questa sera e se non mi sapranno dire niente di nuovo, andrò io stesso a bussare a tutte le porte finché non la troverò!»
Con questa determinazione, si addormentò sognando un visino radioso e dei capelli morbidi e lucenti, che fluttuavano al vento della sera, allontanandosi da lui sempre più velocemente.
Passò una notte agitata e si svegliò stanco come se avesse corso tutta la notte nei giardini del castello, ma finalmente, vedendo sorgere l’alba, si vestì impaziente, per mettere in pratica la risoluzione presa quella notte, e dopo fatta colazione insieme al re e alla regina sua madre, ricevette gli emissari:
«Da informazioni pervenute da nostri efficienti informatori, risulterebbe esserci ancora una fanciulla che non ha provato la scarpetta, perché tenuta segregata in camera dalla matrigna, sappiamo l’indirizzo e quando poterla incontrare fuori casa».
«Andrò io stesso a verificare se è lei» Esclamò il principe, «fate preparare il mio airscooter e subito, non voglio perdere neanche un minuto!»
«Ma, ci è stato riferito che esce di casa solo nel primo pomeriggio» Avvertirono gli emissari.
«Se necessario, aspetterò sul posto, così, avrò modo di scoprire il mistero di questa famiglia». Rispose il principe.
20) L’incontro
Il principe entrò nel garage per prendere lui stesso la sua motoaerea, e mentre usciva, vide appeso ad un attaccapanni, il mantello da pioggia del meccanico e lo prese, pensando che indossando quello, poteva passare inosservato e quindi girare tranquillamente senza essere riconosciuto.
Attraversò indisturbato il paese volando sopra i tetti a bordo della sua moto volante, e una volta arrivato a destinazione la parcheggiò nascondendola con il telo che rende invisibile e si andò a sistemare sul prato davanti all’abitazione di Cenerentola.
In quella posizione seminascosto dai cespugli, si mise ad osservare aspettando di vedere uscire qualcuno dal portone di casa.
Passarono le ore, da dentro la casa si sentivano rumori di stoviglie, «probabilmente stanno pranzando» pensò.
Poi vide uscire dalla porta una ragazza con in mano una turboscopa, la vide che puliva con cura il pianerottolo davanti a casa, da lontano non era sicuro di riconoscerla, ma sentiva che stava cantando e pensò:
«Che voce melodiosa! E che portamento aggraziato! Vorrei potermi avvicinare di più».
La ragazza rientrò in casa, ma quasi subito usci di nuovo, aveva in mano un cestino e si stava avviando verso un’aiuola di fiori, probabilmente con l’intenzione di raccoglierli, allora il principe, volendo camuffarsi di più, si sporcò un po’ la faccia di terra, si tirò su bene il cappuccio del mantello e senza più esitare le si avvicinò.
«Buongiorno» disse con voce flebile e facendosi un po’ curvo per farsi credere vecchio e stanco, «potrei avere un po’ di acqua per favore? Sono in viaggio da molte ore e non ho più acqua con me e neanche più cibo».
La ragazza alzò i bellissimi occhi verso il forestiero e fu immediatamente riconosciuta dal principe il quale però non fece in tempo a mostrare la sua vera identità, che Cenerentola si era già voltata e stava correndo verso casa lasciandolo lì indeciso sul da farsi.
Ma non dovette attendere molto perché la vide uscire con un piatto in mano ed un bicchiere, e mentre si avvicinava la senti dire:
«Mangiate e bevete buon uomo, e se non vi basta andrò a prenderne ancora!»
Il principe, che infatti era stato sul prato ad aspettarla fin dalla mattina e quindi aveva saltato il pranzo, non se lo fece dire due volte, e addentò con piacere il panino al formaggio di capra marziana, che la sua amata gli porgeva, bevve il bicchiere di cola vitaminizzata e infine si tirò giù il cappuccio e si pulì le guance per farsi riconoscere.
Grande fu lo stupore di Cenerentola, quando si accorse che il buon uomo era addirittura il suo adorato e bellissimo principe!
Provò ad inchinarsi, a fare le sue scuse per essere fuggita dalla festa, ma il principe non volle sentire niente e tenendola stretta per le mani (per paura di vedersela ancora scappare), si inginocchiò davanti a lei e le fece la domanda di matrimonio.
21) Il matrimonio
I festeggiamenti durarono per 20 giorni, tutto il reame fu abbellito da festoni colorati e illuminato da effetti di luci laser e fiori, e ogni sera si tennero balli a palazzo e sulle piazze di ogni paese del reame.
Ad ogni strada erano appesi manifesti con i ritratti di Cenerentola e del principe, e ogni volta che le sorellastre vi si trovavano a passare davanti, non perdevano l’occasione di informare i passanti che la sposa era la loro carissima sorella!
Il giorno della cerimonia Cenerentola ebbe un’altra grandissima gioia: mediante un super/giga teletrasporto astrale, il papà astronauta arrivò alla più vicina base spaziale della zona, poi con un veloce airtaxi si presentò in chiesa dove poté accompagnare all’altare la felicissima figlia.
La matrigna fu molto felice di essersi imparentata con il principe grazie al matrimonio con Cenerentola e non dimenticò di raccontare al re, alla regina e a tutti, quanto avesse sempre amato e colmato di mille premure la cara, cara bambina!
La buona Marta, fu nominata damigella d’onore della sposa, con l’arduo compito di guidare le altre damigelle (cioè le maldestre sorellastre), le quali pur di esibirsi nel corteo nuziale vollero seguire la sposa tenendo il lungo velo a strascico confezionato con la stoffa biologica del prof. Cipolletti, però, questa volta si accertarono bene della scadenza!
Tutti ottennero le loro gioie, anche se per qualcuno immeritate, ma quello che più conta, fu che Cenerentola, con il suo coraggio, la sua perseveranza, e la sua dolcezza, riuscì a conquistare ciò che neanche lei osava sognare e cioè l’amore del principe e di tutti i sudditi.
Il viaggio di nozze fu organizzato su un satellite spaziale turistico, da dove i due innamorati poterono ammirare panorami indescrivibili della terra vista dallo spazio astrale, e indimenticabili spettacoli notturni di stelle cadenti e comete che solcavano la mesosfera.
Quando alfine, fecero ritorno al castello, possiamo senza dubbio dire che:
«Sulla terra e nello spazio, vissero tutti felici e contenti!»
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.