Cenerentola nello spazio- Biancaneve e i sette marziani- Cappuccetto rosso e il lupo vegetariano
Cenerentola, figlia di un famoso astronauta che spesso si allontana da casa per recarsi in missione in lontane galassie, vive con la matrigna e le sorellastre invidiose della sua bellezza. Ostacolata dalle sorellastre ma con l’aiuto della governante Marta, riuscirà a confezionare un bellissimo abito per recarsi alla festa e conoscere il principe. Ma ahimé! La meravigliosa stoffa ecologica non era stata ancora sperimentata e allo scoccare della mezzanotte provocherà un completo disastro costringendola a fuggire seminando per la via brandelli di vestito, mentre nel cielo volteggiano minacciosi i droni spia del Re.
La ragazza già da tempo nutriva sospetti su questa cameriera strana, sporca e disordinata, con le mani sempre nere come avesse maneggiato dei bracieri. Ora i suoi dubbi trovavano conferma: era venuta a Greenfield per uccidere Patrick.
«Vieni, fatti avanti, serpe immonda!» gridava Brenda con gli occhi fiammeggianti di disprezzo.
Lapidonia venne impietosamente colpita da una pietra che la disarmò. Tentava invano di proteggersi dai colpi che incessantemente si abbattevano su di lei: il sangue le colava lungo il tetro viso, mani e braccia erano pieni di escoriazioni.
Ma le sue risorse non erano esaurite: tirò fuori da una profonda tasca la sua scura bacchetta contorta e la puntò verso Brenda pronunziando formule incomprensibili e minacciose.
Dalla punta dello strumento si sprigionò un’energia che avvolse la veste bianca di Brenda facendola quasi avvampare. Fortunatamente l’abito era bagnato e mitigò l’effetto di quell’attacco.
In quel momento dal vecchio campanile si udirono dodici rintocchi: era l’ora in cui il lago evocava i propri fantasmi, l’ora in cui la dama del lago scrutava le rive alla ricerca del proprio amore.
Improvvisamente si udì un urlo inumano provenire dai recessi più bui della terra. Un vento gelido soffiò impetuoso sulla via e colpì Lapidonia come una raffica di pugni, lasciandola stordita. Un pallido spettro femminile, con lunghissimi capelli completamente bianchi, come bianca era la sua veste, le comparve davanti come evocato dalla sofferenza di Brenda. L’essere avanzava a passi lenti e uguali verso la strega. Mostrava un volto immobile, privo di qualsiasi espressione; nessuna emozione trapelava dal suo sguardo. Sembrava che dormisse, ma gli occhi trasparenti come acqua erano aperti. Il suo vestito era di foggia antica, elegante, ma tristemente logoro. Dalla bocca usciva quel vento gelido che aveva colpito la maga e spegneva le fiamme che lambivano Brenda. Come una tempesta incontenibile, spinse poi Lapidonia verso la riva del lago.
La strega si dimenava tentando di resistere ma ogni suo sforzo era vano: la potenza che si abbatteva su di lei la sospinse lungo tutto il viale, fin sulla riva dove cadde su un cumulo di rami secchi…
Sulle rive del lago di Greenfield un antico castello ricorda la storia di una dama. La sua triste fine ha creato una leggenda: chiunque avesse visto il suo fantasma aggirarsi di notte su quelle rive, sarebbe impazzito d’amore per la prima persona che avesse incontrato.
In una sera d’estate del 1355 un giovane Lord attraversa la valle per tornare al suo palazzo dopo anni di guerra al seguito di Re Edoardo III. Assiste al fenomeno della dama, poi al mattino incontra una fanciulla con lunghi capelli neri, che si bagna nel lago.
Lord Patrick riprende il viaggio verso Northill dove lo attende il fratello Ronald. I genitori, i conti di Northill, sono morti per epidemia.
Per un tragico errore, anche suo fratello erede al titolo muore, ma prima gli fa promettere di sposare, in vece sua, la contessa Amanda di Remans: una giovane bellissima che già il popolo ama e acclama come futura contessa di Northill.
Accetta di sposare la bionda contessa, ma nelle sue notti agitate sogna una ragazza con lunghi capelli neri.
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Nato a Waukegan (Illinois) il 22 Agosto 1920. Trasferito a Los Angeles quando aveva Quattordici anni, ha frequentato la Los Angeles High School.
Grande lettore, fin da giovanissimo trascorreva molto tempo in biblioteca leggendo autori come HG Wells, Jules Verne e Edgar Allan Poe.
Nel 1950 pubblica, raccolti in un unico volume, i suoi racconti Cronache marziane, ottenendo grande successo internazionale e collocandosi tra i maggiori scrittori di fantascienza. L’anno successivo, seguirà Fahrenheit 451, l’opera per cui viene maggiormente ricordato e che lo consacrerà tra i più grandi scrittori di letteratura distopica del mondo.
Trama:
Il titolo sta a significare la temperatura alla quale avviene la combustione della carta. Viene descritto un futuro distopico, in cui i pompieri non spengono incendi, ma li appiccano per bruciare libri, ormai messi al bando nella società, e chi li detiene commette un reato. Considerati dannosi perché non servono a rendere felici, anzi turbano, creano eccessivo ragionamento e provocano incertezze. In una società sull’orlo di una guerra nucleare dove, le notizie vengono manipolate o censurate, solo la televisione, che ormai occupa completamente tutte e quattro le pareti del salotto, la radio e i messaggi pubblicitari sono considerati attendibili e utili per vivere. Guy Montag, il protagonista, pompiere convinto della sua missione, vive con una moglie apatica e completamente assorta dai programmi di intrattenimento televisivo. Lavora con zelo seguendo le direttive del suo capitano, fino a bruciare biblioteche e persino le case di chi è colpevole di possedere libri. Ma l’amicizia con Clarisse una giovane vicina di casa susciterà in lui molte incertezze. La ragazza gli pone delle domande: “E’ vero che molto tempo fa i pompieri spegnevano gli incendi invece di appiccarli?”
Anche l’incontro con una signora anziana che ama tanto i suoi libri da lasciarsi bruciare insieme ad essi, contribuirà a far nascere in lui molti dubbi: “cosa c’è nei libri che spinge le persone ad amarli a costo della vita?”
Montag si ricorderà dell’incontro al parco con un anziano professore che recitava a memoria i testi, e chiederà a lui aiuto e chiarimenti. Ma la sua vita subirà una svolta, lui stesso diventerà salvatore di libri e quindi un perseguitato da coloro che erano stati suoi amici e colleghi.
Non esiterà a mettere a rischio la sua vita, la sua casa e il suo matrimonio, tra un incalzare di eventi densi di tensione, al fine di conquistare la libertà di leggere, di pensare e di tramandare per mezzo della memoria il contenuto dei libri.
Citazioni:
“I libri profumano di noce moscata e spezie dei paesi lontani.
“La natura può riprendersi quello che ci ha dato con la facilità di un soffio di vento o un’onda di marea, ricordandoci che non siamo poi così grandi.”
Analisi dei personaggi:
Molto ben delineati, anche senza far uso di aggettivi, descrive la moglie apatica e senza affetto con una domanda “Dove è stato che ci siamo conosciuti la prima volta?” “Non lo so, è passato tanto tempo” è la risposta di lei.
Stile di scrittura:
Poetico e descrittivo, ricco di dialoghi e metafore. Scritto in terza persona, con una narrazione fluida, semplice e molto gradevole.
Tematiche trattate:
Come scritto nella prefazione di Neil Gaiman: “Il romanzo di Ray Bradbury è un monito. Serve a ricordarci che abbiamo qualcosa di molto prezioso e che a volte diamo per scontato, anche quello a cui teniamo di più.”
Se ci togliessero i libri, la cultura, la libertà di pensare e di conversare come si trasformerebbe la società? Fahrenheit 451 ci mostra una società divenuta ormai omogenea e schiava del consumismo, senza capacità di pensiero perché privata dell’istruzione.
Commenti:
Sono rimasta piacevolmente colpita dalla scrittura poetica di Fahrenheit 451, che in un romanzo distopico, aiuta a rendere meno cupa la narrazione, dai dialoghi in cui l’autore è riuscito a imprimere persino il turbamento nel timbro della voce, e dalle descrizioni dell’ambiente avveniristico in cui è ambientato.
In questa prosa così notevole e suadente si snoda però una vicenda terribile, che è un monito per tutte le generazioni. Un pericolo per tutta la terra, se si sottovaluta l’importanza dell’istruzione e della libertà.
Un romanzo originale come pochi, meritevole di essere letto fin dalle scuole secondarie. Veicola un messaggio che arriva chiaro e diretto senza indugiare eccessivamente nel negativo. Anzi, alla fine il messaggio è positivo: un messaggio di cambiamento e di ricostruzione, una ricostruzione materiale sì, ma anche culturale. Lo sto rileggendo più volte e ogni volta lo apprezzo di più.
Nel 1348 a Firenze imperversava la peste, Dieci giovani si chiusero in una casa di campagna fornita di tutto il necessario per sopravvivere e non uscirono, finché la peste non passò. Trascorsero il tempo raccontandosi novelle, facendo musica e giocando. E infine SOPRAVVISSERO!
Quindi anche noi: RESTIAMO A CASA!
E’ la storia di un esploratore che sta effettuando una ricerca sottomarina che spera, lo porterà a riscoprire la mitica civiltà di Atlantide. Un incidente in mare lo fa sprofondare nell’abisso ma viene salvato da strane creature simili alle sirene: queste rivelano che sono i discendenti degli antichi abitanti di Atlantide e raccontano la loro storia: infatti, i loro antenati provenivano da un lontano pianeta e precipitati con la loro astronave nei pressi delle colonne di Ercole, proprio come diceva Platone. Questi alieni, erano una specie evoluta e avevano la facoltà di cambiare aspetto assumendo quello delle popolazioni con cuoi venivano in contatto e così fecero per poter familiarizzare con gli umani.
Ma le civiltà del vicino Mediterraneo invasero Atlantide e costrinsero gli alieni a ripararsi sott’acqua e a cambiare di nuovo aspetto diventando sirene e tritoni.
Negli abissi sono sopravvissuti, interagendo con l’ambiente sottomarino, difendendo specie marine in via di estinzione.
L’esploratore Jose Oliveira è il primo essere umano a mettersi in contatto con loro, e gli danno una possibilità: hanno fiducia in lui e lo riportano sulla terraferma dopo averlo sensibilizzato sul rischio che l’umanità stia correndo con l’inquinamento ambientale.
Questo breve film d’animazione è stato creato da Lorenzo Pompei con bellissimi disegni originali realizzati interamente a mano con una tavoletta grafica, nessun riferimento è stato utilizzato.
Oggi 27 Gennaio, si celebra la giornata internazionale per ricordare le vittime dell’olocausto. E’ stata scelta questa data perché fu nel 27 Gennaio 1945 che le truppe sovietiche della 60° armata liberarono il campo di sterminio di Auschwitz in Polonia, scoprendo e facendo conoscere al mondo intero gli orrori del genocidio nazista contro gli ebrei. Molti libri sono stati scritti in ricordo di questo spaventoso evento della storia dell’uomo. E’ giusto continuare a ricordare affinché serva come monito perché non succeda più!
Come è stato possibile, che esseri civili e intelligenti siano arrivati a sentirsi talmente superiori da decidere di cancellare un intero popolo dalla faccia della terra?
Quest’anno per non dimenticare vorrei proporvi un libro che come molti dedicati all’olocausto, è una storia vera, una raccolta di deposizioni e dichiarazioni relative al processo contro “Il farmacista di Auschwitz” (in vendita su Amazon)
Victor Capesius era farmacista a Sighioara, buon vicino di casa e buon cittadino come tanti altri. Anni dopo, Capesius si troverà ad Auschwitz, incaricato di selezionare molti di questi suoi vicini per la camera a gas, scegliendoli personalmente.
Il farmacista, conoscendo già la loro salute, era in grado di stabilire quelli che sarebbero stati idonei per lavorare o viceversa inutili e quindi invitati ad andarsi a spogliare per prendere un bagno. Dalla farmacia del Lager era lui che distribuiva le dosi dello Zyklon B, il gas letale che invece dell’acqua usciva dagli erogatori delle docce. L’idillio di provincia divenne il più atroce e fetido mattatoio della storia. Quelli che erano i commensali di liete tavolate domenicali nelle colline transilvane si divideranno in assassini e assassinati, il familiare nido di provincia cova le uova di mostri. Capesius, condannato a nove anni di carcere, è poi vissuto e morto serenamente.
Occhioni lucenti guancine ridenti, d'amore sei nato e amore hai portato. Vocina di bimbo che prova a parlare, non dice parola ma il suono sa fare! Sa far tanto bene il pianto adirato se il suo desiderio non è rispettato. Sgambetta e regala il più bel sorrisino se tendo le mani e a lui mi avvicino. Ammira curioso ogni cosa d'intorno, impara giocando e spero che un giorno avrà conoscenza di tante e più cose, farà le sue scelte, ma sempre virtuose! Amore di nonna, ti attende la vita, preparati forte per questa partita! Ma intanto ora gioca, e cresci beato, che amor ti circonda dal dì che sei nato!
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