La leggenda della dama del lago

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Immagine di copertina di Lorenzo Pompei

Secondo capitolo

2) A Northill

Patrick era impaziente di sentire dal fratello tutti i particolari sulla morte dei genitori. Appena si fu rimesso in ordine e cambiato, si recò nel salone dove Ronald lo aspettava:

«Fratello mio carissimo, che gioia rivederti! Non immagini il dolore e lo sconforto nel trovarmi da solo ad affrontare il triste evento.»

«Sono molto addolorato per quanto è avvenuto! Avrei desiderato essere anch’io accanto a loro come te, ma cos’è accaduto? Raccontami ti prego.»

«Stavano bene fino a circa otto mesi fa, poi tutto cominciò durante un banchetto: si sentirono male e si accasciarono sulla tavola. A nulla valsero le cure e morirono durante la notte. Io rimasi con loro fino all’ultimo, ma non ripresero mai conoscenza. Dopo alcuni giorni, si ammalarono i servitori più vicini a nostro padre e morirono in molti, fra nobili e servitori. Dicono si sia trattato di un’epidemia, ora fortunatamente è terminata, ma abbiamo perso molti amici e dipendenti del castello.»

Entrò una giovane donna elegantemente vestita, accompagnata dalla cameriera che portava un vassoio con una caraffa di idromele e tre tazze. Ronald l’accolse con un sorriso e fece le presentazioni:

«La Contessa Amanda di Remans, la mia fidanzata. Dovevamo sposarci, ma il lutto ha fermato ogni nostro progetto.»

«I nostri progetti riprenderanno, mio caro, e sarò felice di divenire vostra sposa quando il lutto sarà terminato!» Rispose la giovane con dolcezza, mentre porgeva a Ronald la bevanda. Patrick li guardò e intuì l’amore che c’era tra di loro.

Lady Amanda versò l’idromele nelle tazze, ma per Ronald lo servì in una magnifica coppa con decorazioni raffinate, un regalo che lei stessa gli aveva portato dalla sua contea.

“Che ragazza amorevole! – pensò Patrick – E com’è bella: sembra un angelo! Anch’io vorrei innamorarmi di una fanciulla come lei ed esserne ricambiato.” Abituato ormai al vino francese, non apprezzò l’idromele, ne bevve pochi sorsi e lo lasciò in un angolo, mentre affascinato seguiva la conversazione tra lady Amanda e suo fratello.

La sera si tenne un banchetto in onore del suo ritorno, durante il quale sir Harrison lo presentò ai nuovi collaboratori:

«Lord Patrick Dawson di Northill!» Il suo ingresso suscitò lo stupore di tutti i presenti, la sua figura alta ed elegante ricordava molto il conte padre, gli occhi azzurri e il sorriso dolce evocavano la bellezza amabile della madre. Il fisico temprato dalle battaglie, e dalle lunghe cavalcate, suscitava l’approvazione di tutte le dame presenti nel salone, che non esitavano ad avvicinarsi per essere presentate.

Durante il banchetto, si trovò seduto accanto a lady Amanda ed ebbe così modo di conoscerla meglio: la giovane era timida, si mostrava imbarazzata nel parlare con lui, ma era molto educata e cortese.

«Venite da molto lontano lady Amanda?»

«Sì, lord Patrick, vengo dalla contea di Remans distante circa quattrocento leghe. Mio padre era il defunto conte. Sono stata invitata a Northill assieme ad altre giovani delle varie contee, in modo da essere presentate a lord Ronald per la scelta della futura sposa. Il suo sguardo si è posato su di me e ne sono immensamente onorata e felice; l’ho amato dal primo momento in cui ci siamo incontrati.»

«Non si può non amare mio fratello: è l’uomo migliore che ci sia! Se voi lo amate e siete saggia quanto gentile e bella, sono certo che Northill non potrà avere contessa migliore.»

Lady Amanda si illuminò in viso e ringraziò del complimento, chinando il capo garbatamente. Patrick la guardava con discrezione, cercando di non importunarla troppo con la propria curiosità, ma era affascinato da lei.

“È modesta, umile e dolcissima: sarà un’ottima moglie per Ronald.”

Il banchetto fu ricco di ogni genere di squisitezze e vini pregiati, la conversazione gradevole confortò Patrick, che cominciò a rilassarsi pensando che la contea sarebbe stata ben amministrata dal fratello e da lady Amanda. Però non riusciva a partecipare alla festa come avrebbe desiderato: il suo stomaco, dopo i giorni di viaggio, si rifiutava di collaborare. Fu assalito da dolori, che si manifestavano ogni volta che ingeriva del cibo. Decise di mangiare poco e rifiutò il vino che vedeva davanti a sé. Anche quando si avvicinò Ronald per brindare, dovette a malincuore fingere di bere per non farsi deridere da lui, come avveniva da ragazzo quando il fratello lo incitava a bere…(continua)

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Halloween

La leggenda della dama del lago

Halloween – La notte delle streghe – I miei libri

La ragazza già da tempo nutriva sospetti su questa cameriera strana, sporca e disordinata, con le mani sempre nere come avesse maneggiato dei bracieri. Ora i suoi dubbi trovavano conferma: era venuta a Greenfield per uccidere Patrick.

«Vieni, fatti avanti, serpe immonda!» gridava Brenda con gli occhi fiammeggianti di disprezzo.

Lapidonia venne impietosamente colpita da una pietra che la disarmò. Tentava invano di proteggersi dai colpi che incessantemente si abbattevano su di lei: il sangue le colava lungo il tetro viso, mani e braccia erano pieni di escoriazioni.

Ma le sue risorse non erano esaurite: tirò fuori da una profonda tasca la sua scura bacchetta contorta e la puntò verso Brenda pronunziando formule incomprensibili e minacciose.

Dalla punta dello strumento si sprigionò un’energia che avvolse la veste bianca di Brenda facendola quasi avvampare. Fortunatamente l’abito era bagnato e mitigò l’effetto di quell’attacco.

In quel momento dal vecchio campanile si udirono dodici rintocchi: era l’ora in cui il lago evocava i propri fantasmi, l’ora in cui la dama del lago scrutava le rive alla ricerca del proprio amore.

Improvvisamente si udì un urlo inumano provenire dai recessi più bui della terra. Un vento gelido soffiò impetuoso sulla via e colpì Lapidonia come una raffica di pugni, lasciandola stordita. Un pallido spettro femminile, con lunghissimi capelli completamente bianchi, come bianca era la sua veste, le comparve davanti come evocato dalla sofferenza di Brenda. L’essere avanzava a passi lenti e uguali verso la strega. Mostrava un volto immobile, privo di qualsiasi espressione; nessuna emozione trapelava dal suo sguardo. Sembrava che dormisse, ma gli occhi trasparenti come acqua erano aperti. Il suo vestito era di foggia antica, elegante, ma tristemente logoro. Dalla bocca usciva quel vento gelido che aveva colpito la maga e spegneva le fiamme che lambivano Brenda. Come una tempesta incontenibile, spinse poi Lapidonia verso la riva del lago.

La strega si dimenava tentando di resistere ma ogni suo sforzo era vano: la potenza che si abbatteva su di lei la sospinse lungo tutto il viale, fin sulla riva dove cadde su un cumulo di rami secchi…

da La leggenda della dama del lago

La leggenda della dama del lago

La leggenda della dama del lago (prologo)Leggiamo insieme

Sulle rive del lago di Greenfield un antico castello ricorda la storia di una dama. La sua triste fine ha creato una leggenda: chiunque avesse visto il suo fantasma aggirarsi di notte su quelle rive, sarebbe impazzito d’amore per la prima persona che avesse incontrato.

In una sera d’estate del 1355 un giovane Lord attraversa la valle per tornare al suo palazzo dopo anni di guerra al seguito di Re Edoardo III. Assiste al fenomeno della dama, poi al mattino incontra una fanciulla con lunghi capelli neri, che si bagna nel lago.

Lord Patrick riprende il viaggio verso Northill dove lo attende il fratello Ronald. I genitori, i conti di Northill, sono morti per epidemia.

Per un tragico errore, anche suo fratello erede al titolo muore, ma prima gli fa promettere di sposare, in vece sua, la contessa Amanda di Remans: una giovane bellissima che già il popolo ama e acclama come futura contessa di Northill. 

Accetta di sposare la bionda contessa, ma nelle sue notti agitate sogna una ragazza con lunghi capelli neri.

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