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copertina Favole del 200.verde
Le fiabe riscritte in chiave moderna.
I personaggi di Cenerentola, Biancaneve e Cappuccetto Rosso, si muovono tra: astronauti, marziani, droni e abiti biologici.
Circondate da amici premurosi e da mezzi ultramoderni, riusciranno sempre ad avere la meglio e a superare ogni difficoltà.
Ma il successo delle nostre eroine sarà dovuto soprattutto alle loro doti di bontà, pazienza e operosità, delle quali sono largamente fornite.
Ciascuna delle tre favole presentate, terminerà con un lieto fine, dove persino i cattivi, diventeranno buoni.

Favole del 2000 in offerta a € 0,49

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Le fiabe riscritte in chiave moderna.
I personaggi di Cenerentola, Biancaneve e Cappuccetto Rosso, si muovono tra: astronauti, marziani, droni e abiti biolodegradabili.
Circondate da amici premurosi e da mezzi ultramoderni, riusciranno sempre ad avere la meglio e a superare ogni difficoltà.
Ma il successo delle nostre eroine sarà dovuto soprattutto alle loro doti di bontà, pazienza e operosità, delle quali sono largamente fornite.
Ciascuna delle tre favole presentate, terminerà con un  lieto fine, dove persino i cattivi, diventeranno buoni

Biancaneve e i 7 marziani

 

copertina Favole del 200.verdeBiancaneve e i 7 marziani 

(I nani, lavorando come minatori nella foresta scoprono quello che sembra un grossissimo diamante, scavano per liberarlo, ma questo si rivela invece una  piccola astronave con a bordo sette marziani).

 

 

 

 

(Capitolo 7)

Trzx, stxaiken fiycejx tkist yuken?» Che tradotto dalla lingua marziana vuole dire:

«Cosa stanno facendo questi terrestri?»

E poi, sempre nella loro lingua:

«Stiamo molto attenti, perché da quanto ci risulta, i terrestri, sono un popolo primitivo e quindi malvagio, molti di loro trovano piacere nel fare del male ai loro simili, e ancora di più a quelli che vedono diversi da loro. Teniamo pronte le pistole immobilizzanti ».

Intanto i sette nanetti, ignari di questi discorsi, continuavano a scavare attorno alla sfera, cercando di liberare anche la parte che era nascosta sotto il terreno.

«Guardate! Questa deve essere una porta! Presto, aiutatemi! Scaviamo di più!» Fu il grido eccitato di Brontolo.

Eliminarono tutta la terra che ostruiva la porta, però non riuscivano ad aprirla, perché non aveva maniglie, ma ad un tratto, la porta si illuminò e divenne trasparente, poterono quindi vedere all’interno un piccolo essere verde, che li guardava con due occhi tondi grandissimi e luccicanti, posizionati sopra una grossa testa ovale come una palla da basket».

«Tksxyu, kajskxz, trkyich, kopwoks!» Furono le parole del forestiero.

Ma i sette nani, non fecero nemmeno in tempo a sentire l’ultima parola, che erano già scappati ruzzolando sui sassi e urtandosi fra di loro dallo spavento, grande però era la curiosità che dopo il primo momento di panico, si fermarono dietro un mucchio di terra e abbracciandosi l’un l’altro per farsi coraggio, si misero a guardare.

Nel frattempo, il portello dell’astronave si era aperto e il primo marziano stava cominciando ad uscire:

«Chkisz, Uskinz tke whikx chujsz t leksw huy mokiwsx hcx hknn wasuak!»

«Che tradotto in lingua terrestre voleva dire:

«Possiamo uscire, non sono armati e leggo nel mio computer sul braccio che hanno paura!»

Avanzavano cautamente verso i nanetti mentre questi cercavano di vincere il desiderio impellente di voltarsi indietro e mettere alcuni kilometri di strada tra loro e quelli strani esseri.

«Sono piccoli come me!» Esordì Cucciolo, il più piccolo dei nanetti e incoraggiato da questa novità, prese dallo zaino la sua merenda, e la poggiò su un sasso proprio di fronte al marziano.

Questi però rimase un po indeciso sul da farsi, finché intervenne Dotto, il più intelligente dei sette nani, che anche lui tirò fuori dal suo zaino un panino, lo addentò con un morso e si mise a masticare di gusto, poggiando il resto del panino sul sasso accanto a quello di Cucciolo.

La reazione fu immediata, il marziano capì al volo, prese il panino e lo addentò, poi con un verso che sembrava di approvazione, si voltò e lo consegnò ai suoi compagni, un morso ciascuno, i panini finirono in un baleno, ma le risorse dei nani non erano affatto finite, anche gli altri cinque nani, aprirono i loro zaini ed offrirono i loro panini, tra i versi di gioia degli ospiti marziani che da diversi giorni non mangiavano perché la loro astronave era uscita fuori di rotta ed avevano esaurito il carburante ed anche le scorte alimentari.
La sera, mentre Biancaneve era indaffarata negli ultimi preparativi per la cena, cominciò a sentire dei rumori di passi nel bosco che preannunciavano il ritorno dei sette nani.

Si affacciò alla finestrella della casetta per vederli e grande fu il suo stupore, quando ne vide non sette come al solito, ma molti di più!

«Ma, ci vedo doppio o i nani sono diventati quattordici? Ciascuno di loro ha la lucina sul casco per vedere al buio, sono ancora lontani, ma non ci sono dubbi, uno, due, tre…ecc. Quattordici!»

Biancaneve non si perse d’animo e la prima cosa che pensò dopo averli contati fu:

«Devo mettere al fuoco altri spaghetti!»

Mise in fretta un’altra pentola sul fuoco, e preparò altre sette porzioni di spaghetti da versare non appena l’acqua avesse cominciato a bollire.

L’entrata dei quattordici nanetti (quelli terrestri e quelli marziani) fu trionfale, i sette nani furono orgogliosi di presentare i nuovi amici a Biancaneve, e Biancaneve, da parte sua, vedendo che i suoi amici trattavano con molta disinvoltura i marziani, non ebbe la minima esitazione, salutò tutti cordialmente stringendo quelle mani piccole e nodose senza mostrare nessun timore.

Immediatamente, preparò la tavola per quattordici, e quando l’acqua dei due pentoloni al fuoco cominciò a bollire, buttò dentro due kilogrammi di maccheroni, poi condì con abbondante sugo e formaggio parmigiano e mise in tavola per la gioia di tutti! (Erano previsti gli spaghetti, ma vedendo gli ospiti stranieri, decise subito per i maccheroni, e meno male! (Ve l’immaginate i marziani che arrotolano gli spaghetti?)

La sera, dopo la bella cenetta, venne fatto un po’ di esercizio di comprensione della lingua, i marziani insegnarono alcune loro parole e i terrestri alcune delle nostre, poi quando fu tardi, vennero accompagnati per un pezzo di strada all’astronave dove poterono dormire nei loro letti, non prima di aver pronunciato, in segno di riconoscenza le loro prime parole terrestri:

«Krackie! Bujona njokte!» (continua…)