Si parla tanto di un problema che affligge alcune zone del sud dell’Italia: lo smaltimento dei rifiuti. Molti si oppongono alla costruzione di inceneritori che, a loro dire, sarebbero dannosi alla salute, ma vorrei ricordare, che oggigiorno, prima di incenerire, si usa Differenziare, e quindi riciclare nelle apposite riciclerie (vedi AMSA) quei materiali che possono essere riutilizzati e trasformati per altri usi, ad esempio la plastica, tanto dannosa se bruciata per le strade, viene facilmente riutilizzata, limitando così la produzione di nuova. (vedi cosa si fa con la plastica) Così anche gli scarti vegetali, se differenziati e riciclati, diventeranno fertilizzante naturale utilissimo all’agricoltura, (vedi raccolta dei rifiuti organici)
Nel mio libro “Favole del 2000” viene trattato proprio questo argomento, parlando del vestito di Cenerentola, infatti, esso è stato confezionato proprio con una stoffa biodegradabile creata dagli scarti della frutta. Però ahimè, la stoffa ha una scadenza che è proprio quella del giorno in cui si terrà la festa al palazzo del principe, provocando così la fuga della ragazza mentre perde brandelli di stoffa e una scarpina. Fatelo leggere alle vostre ragazze, è un modo simpatico per suscitare la loro curiosità sulle riciclerie. (vedi cap. 10 Alla ricicleria)

1) Cenerentola e il papà
C’era una volta in un paese lontano, un signore, vedovo che aveva una figlia, una bellissima bambina tanto bella, quanto buona, intelligente e anche molto intraprendente.
Questo signore che era un valoroso comandante della flotta spaziale del re, spesso doveva andare in missione, in lontane galassie assentandosi da casa per mesi o anni, lasciando la figlia con la sola compagnìa della governante.
Per questo motivo, un giorno decise di risposarsi e dare alla piccola una nuova mamma che potesse starle vicina durante le sue lunghe assenze.
Sposò una signora che aveva già due figlie, contento di dare alla bambina anche l’amicizia di due sorellastre che potessero crescere con lei ed esserle compagne di giochi.
La signora, promise al marito che avrebbe avuto molta cura della piccola:
«Vai pure tranquillo» disse.
«Le vorrò bene come se fosse una delle mie figlie».
Il signore, sicuro di lasciare la bambina in buone mani, partì per la sua missione verso il pianeta rosso: Marte.
2) Una nuova vita
Cominciò così per la figliola, una nuova vita, con questa nuova mamma e le sorellastre, le quali però non appena il papà fu partito, cambiarono subito il loro modo di fare, diventando tutt’altro che amorevoli verso di lei: la chiamavano continuamente dandole ordini e facendosi servire. Le presero tutti i vestiti più belli e s’impadronirono di tutti i gioielli della madre e suoi.
Un giorno, Cenerentola, vedendo al collo della sorellastra, la collana che suo padre le aveva regalato il giorno del suo compleanno, la chiese indietro, ma la sorellastra le si rivoltò aggressiva urlando e maltrattandola, finché intervenne la matrigna a dividerle.
«Sei stata proprio cattiva» la rimproverò.
«Non ti permetto di trattare così le mie figlie, per punizione questa sera sarai tu che servirai la cena e dovrai anche andare in cucina a lavare i piatti e a riordinare. Non dimenticare di pulire anche l’inceneritore dei rifiuti, che da quando tuo padre è via, nessuno lo pulisce più, fai tutto bene perché verrò a controllare!»
3) In cucina
La ragazza andò in cucina ubbidiente ed aiutata da Marta, la governante, fece il lavoro affidatole: servì in tavola il cibo per le sorellastre e la matrigna, poi sparecchiò, pulì la cucina ed anche l’inceneritore, ma nel fare questi lavori, si sporcò tutta di cenere dalla faccia, al vestito (l’ultimo rimasto) provocando così le risa delle sorellastre che cominciarono a schernirla chiamandola Cenerentola.
Da quel giorno, il suo nome divenne appunto Cenerentola, e sempre di più fu obbligata a pulire la cucina e a fare tutte le faccende domestiche.
Cenerentola accettava di buon grado questa nuova condizione, anche perché stando in cucina evitava la compagnia della matrigna e delle sorellastre, che non perdevano mai occasione per rimproverarla, ma stava invece in compagnia della governante, una brava donna che la conosceva da quando era nata, e che amorevolmente, ebbe cura di insegnarle i lavori di casa, in modo così da fare meno fatica e non sporcarsi troppo.
Intanto, gli anni passavano Cenerentola, diventò una ragazza molto bella, diventò anche saggia e capace di ogni cosa, prese destrezza nei lavori di casa ma anche abilità al computer, con il quale seguiva regolarmente la sua scuola virtuale, imparando: lingue, letteratura, storia, matematica, astrofisica e tutte le materie scolastiche per i giovani della sua età.
Un giorno però, Marta venne chiamata dalla signora che le disse:
«Ora che Cenerentola e cresciuta ed ha imparato a fare tutti i lavori di casa, non abbiamo più bisogno di te! Dobbiamo risparmiare! Non so quando tornerà mio marito, qui ormai la padrona sono io, ed ho deciso di fare a meno di te, farò lavorare in cucina quella fannullona di Cenerentola; da domani mattina non ti voglio più vedere in casa!»
La buona donna, fu così costretta a fare la valigia e ad andarsene in cerca di un altro lavoro.
4) Sola
Quella sera Cenerentola, fu molto triste, si sentiva sola, non avendo più nessuno vicino che le facesse compagnia e che le mostrasse un po’ di affetto.
Chiusa nella sua cameretta piangeva, ripensando ai giorni belli, quando il sua papà tornava a casa abbracciandola, e portandole dei regali, quando la governante le cucinava la sua torta preferita e lei poteva stare in salotto ben vestita e ordinata.
Mentre era immersa in questi pensieri, sentì un rumore su in soffitta che un poco la spaventò:
«Non c’è nessuno in soffitta, cosa può essere? Forse il gatto della matrigna è rimasto chiuso dentro?»
Si fece coraggio e decise di andare a vedere, era una notte luminosa, la luce della luna entrava dalle finestre e illuminava il corridoio proiettando ombre minacciose sui muri.
«Non è niente» pensò facendosi coraggio,
«sarà il vento che muove i rami degli alberi in giardino».
Silenziosamente, salì i gradini che portavano in soffitta, aprì furtivamente la porta e vide in fondo una lucina accesa ed attorno una figura scura che si muoveva, si avvicinò e oh…!
5) Non più sola
Era la governante: «Oh signorina, mi scusi, non sapevo dove andare, non ho ancora trovato un alloggio, e neanche un lavoro, mi sono sistemata qui perché avevo paura di dormire fuori all’aperto, ma la prego, non avverta la signora matrigna, me ne andrò via subito!»
Così dicendo, cominciò a piangere.
Ma Cenerentola l’abbracciò dicendo:
«No, non te ne andare ti prego, sono felice di rivederti, non dirò niente alla matrigna, sono così sola! Rimani qui, ci faremo compagnia di sera, dopo che avremo finito di lavorare; dovrai solo cercare di non farti vedere e per uscire o entrare in casa, dovrai passare dalla scala della cantina, dove la matrigna e le sorellastre non vanno mai!»
Rimasero un po’ a parlare per organizzarsi al meglio, confidandosi anche le proprie speranze e i propri desideri, Marta, informò Cenerentola che il mattino dopo doveva presentarsi ad un colloquio di lavoro presso un ristorante/catering della zona:
«E’ un ristorante che produce anche ristorazione per feste e party, cercano una cuoca e cameriera, vorrei tanto che mi prendessero, così potrei anche mangiare da loro».
Cenerentola da queste parole capì che la sua cara amica non aveva mangiato in tutta la giornata, andò quindi di sotto in cucina, cercando di non farsi sentire dalla matrigna e dalle sorellastre, prese una tazza di latte, alcuni biscotti e li portò in soffitta, cosi Marta si poté finalmente rifocillare.
Poi le portò un cuscino, un letto autogonfiabile, e tutto l’occorrente per trascorrere le notti in modo confortevole, infine, assonnate ma contente, si separarono per andare finalmente a dormire.
6) Il messo del re
Quando fu giorno, Cenerentola andò nel locale lavanderia per fare il bucato, e mentre aspettava che la macchina a raggi solari terminasse il ciclo di asciugatura, si mise a passeggiare in giardino.
Mentre passeggiava raccogliendo dei fiori, si accorse che sul viale davanti a casa, stava giungendo il messo del re il quale le si fermò davanti offrendole un biglietto di invito per la festa che si sarebbe tenuta al palazzo reale:
«Il re invita tutte le fanciulle in età tra i 17 e i 20 anni, alla festa che verrà organizzata per far scegliere una moglie al principe, tutte le ragazze di questa età sono invitate!»
Chiese poi se nella casa ci fossero altre fanciulle e alla risposta affermativa di Cenerentola entrò per consegnare l’invito anche alle sorellastre.
«Che bello!» Pensò Cenerentola: «Andare al castello per una festa! Vedere tante signore eleganti, mangiare il cibo raffinato che verrà servito e per una volta, pranzare tranquilla senza sentirmi continuamente chiamare!»
«Chissà come sarà il principe, ho sentito dire che è molto bello, ma tanto, non sceglierà mai in moglie una piccola stracciona come me!»
Così pensando, prese un lenzuolo asciutto e cominciò a drappeggiarselo addosso immaginando che fosse un bel vestito da sera e canticchiando a mezza voce, si mise a ballare sul prato sognando di essere già al castello.
«Cenerentola!» Sentì urlare dalla porta di casa.
«Smettila di giocare e sbrigati con i panni, che è quasi ora di servirci il te!»
Era la matrigna che la richiamava alla realtà, Cenerentola tornò in casa e riprese le sue faccende casalinghe, mentre le sorellastre, anche loro entusiaste per la notizia della festa, giravano per il salotto eccitatissime e impazienti di comprarsi il vestito nuovo per andare al castello a conoscere il principe.
«Io mi vestirò di rosa, sarò così radiosa che il principe si innamorerà di me non appena mi vedrà!» Diceva Anastasia.
«Io mi vestirò di rosso, il colore dell’amore, il principe mi cadrà subito ai piedi e in ginocchio mi implorerà di sposarlo!» Diceva Genoveffa.
«Io mi vestirò di cenere, per la delusione di restare a casa senza un vestito buono da indossare alla festa!» Pensò invece Cenerentola.
7) Il vestito
La sera Cenerentola, in soffitta parlò con la sua amica Marta della notizia udita: «Quanto mi piacerebbe andare alla festa, anche solo per vedere tanta bella gente e per sentire le belle musiche che suoneranno, e chissà, forse il principe ballerà davvero con le mie sorellastre!»
«Ma perché non ci vai?» Le rispose Marta, «anche tu sei una giovane, l’invito è rivolto anche a te!»
«Ma come potrei?» Rispose Cenerentola. «Ho solo questo vestito, ormai logoro, non mi farebbero nemmeno entrare!»
E l’amica le disse: «C’è un vecchio baule con dei vestiti di tua madre quando aveva la tua età, sono vecchi e passati di moda, è per questo che le tue sorellastre non li hanno presi, ma io so cucire, se ne troviamo uno da ballo, posso provare a rimodernarlo e adattarlo a te».
Andarono a frugare nel baule, e trovarono un vestito elegantissimo, di stoffa preziosa e ricamato di mille perline, però era veramente antiquato, un modello ormai troppo fuori moda.
«Non è poi tanto male,» disse Marta, «ti tolgo queste maniche, alleggeriamo un po’ le gonne e sono sicura che farai un figurone!»
«Oh grazie» rispose Cenerentola, «io ti aiuterò, la sera, quando ci troveremo qui in soffitta, lavoreremo insieme!»
Così fecero, la sera Marta tagliava, preparava, e dava istruzioni a Cenerentola per poter proseguire il lavoro da sola durante il giorno, finché il vestito fu completato, spazzolato e stirato, pronto per essere indossato alla festa…
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